sabato , 27 Aprile 2024

Quel giorno al falo’


Quella sera ti guardai a lungo. Io ero su un angolo della spiaggia, vicino al falò a sorseggiare quella birra da non so quanto. Forse ero lucida.
Tu eri dall’altra parte del falò, riuscivo a vederti solo dalle sfumature del fuoco, anche tu bevevi, e sicuramente più di me. Avevi lo sguardo a terra, in un’ora avrai alzato gli occhi sì e no tre volte. E io continuavo a guardati, perché riuscivo a reggere il tuo sguardo: tu non mi guardavi.
Non so poi quale strano rumore ti fece alzare gli occhi, però guardasti subito dall’altra parte del falò, dove c’ero io che ti stavo osservando da tutta la sera.
Mi guardasti, ti guardai, ci stavamo guardando. Nessuno aveva intenzione di abbassare lo sguardo. Oramai ti avevo scoperto. Ti avevo cercato fra tutte quelle sfumature fino ad impararti a memoria, con tutti i tuoi gesti imperfetti che mi avevano fatto perdere la testa.
Poi mi sorrisi. E io non feci nulla. E mi sorridesti ancora. E io crollai.
Non andate mai ai falò d’estate, con quell’atmosfera, quel cielo infinito e quella chitarra suonata da non so chi. Finirete sicuramente per innamorarvi.

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