martedì , 23 Aprile 2024

Aveva gli occhi lucidi.

Aveva gli occhi lucidi.
Quelle sensazioni non le avrebbe augurate a nessuno.
Eccola,la prima lacrima,sapeva che altre miriadi di esse avrebbero solcato il suo volto di li a poco.
L’oggetto metallico lacerava i suoi ormai rovinati polsi,i quali cominciavano a sporcarsi di liquido cremisi.
Sapeva di meritare tutto quel male.
Che i risolini e gli spintoni erano pallottole in confronto alla lametta che a poco a pocosquarciava la pelle del suo polso sinistro.
Come quando non le entrava un paio di pantaloni e puntualmente non riusciva ad abbottonarli in vita.
Come quando ogni mattina si guardava allo specchio e si tirava pugni alla pancia a suo parere troppo grande.
Piangeva,tutte le mattine,perché si sentiva grassa,enorme.
Non era come voleva essere. Non era come la società comandava.
Si considerava uno sbaglio. Un errore
Esatto,proprio un errore. Un puntino venuto male nelle mani di Dio,una mosca che cercainvano di mimetizzarsi tra le tante,troppo numerose api.
Forse si sbagliava. O forse aveva ragione. Fatto sta che lei alle critiche e agli insulti ci credeva. Eccome se ci credeva.
Doveva solo essere cancellata,come i coetanei avevano fatto con la sua autostima.
Aveva la musica,la musica e basta. Un mondo dove aveva il potere di far tutto.
Per questo si isolava dal resto della massa.
Nessuno a suo parere sarebbe riuscito a comprendere l’importanza che una canzone aveva per lei.
Ma nemmeno gli interessava,agli altri.
Si limitavano a lanciare occhiatacce e insulti,magari fatte senza pensare,magari date col cuore.
Ma le facevano male,malissimo.
Allora prendeva la lametta.
Aveva ormai i polsi inguardabili,coperti da felpe,bracciali o cosa sia.
Un misto di sangue e disinfettante scorrevano veloci giù per il lavandino,insieme alle sue lacrime di rabbia nei propri confronti.
In fondo le andava bene.

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Vieni qui amore mio, guardiamo insieme le stelle sussurrandoci parole dolci fino all'alba... E poi sarà il giorno della nostra festa,